Progetto magi
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Progetto Magi: come Google cambierà la ricerca online

In risposta al sempre crescente interesse verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei motori di ricerca, novità che ha permesso a Bing di raggiungere 100 milioni di utenti giornalieri (dei quali un terzo non avevano mai usato il motore di ricerca in precedenza), anche l’attuale gigante di Mountain View ha dispiegato un ampio numero di risorse e investimenti non solo nel perfezionamento del motore di ricerca attualmente esistente ma anche nella creazione di uno nuovo al quale pare abbia dedicato un team composto da oltre 160 specialisti.

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La storia dell’IA nel motore di ricerca di Google

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel motore di ricerca Google affonda le sue radici o meglio, attiva le sue sinapsi, otto anni fa, con l’introduzione di RankBrain, stando a quanto comunicato da Google stesso, quest’ultimo nasce per supportare il motore di ricerca nella comprensione del legame tra Query di ricerca e concetti astratti, per citare Saussure, collegare un significante ossia l’elemento percepibile con i sensi, in questo caso la parola, a un significato ossia il senso, l’idea che stiamo cercando di comunicare.

A questa prima introduzione dell’intelligenza artificiale nella ricerca online, segue tre anni dopo Neural Matching: Se RankBrain aiutava Google a correlare meglio le pagine ai concetti, Neural matching nacque per aiutare Google a correlare meglio le parole alle ricerche.

BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) e MUM (Multitask Unified Model) seguiranno a ruota arrivando rispettivamente nel 2019 e 2021. Anche in questi casi Google ci viene in soccorso nello spiegarci come queste integrazioni di intelligenza artificiale avrebbero aiutato il più potente motore di ricerca a capire e rispondere ancora meglio alle richieste dell’utente:

BERT aiuta Google a capire come le combinazioni di parole esprimono significati e intenti diversi, mentre MUM aiuta Google non solo a comprendere le lingue, le parole e i significati, ma anche a generarle, rendendone possibile l’utilizzo per comprendere le variazioni di nuovi termini e lingue.

In questo panorama già estremamente complesso e in continua evoluzione, Google torna sul mercato dell’intelligenza artificiale con un progetto che ha le potenzialità di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con internet rendendolo sempre più simile a una conversazione con qualcuno, che non solo sa esattamente cosa vogliamo, ma ci fornisce anche il modo più veloce ed intuitivo per ottenerlo.

Questo ambizioso proposito prende il nome di MAGI e sebbene quest’ultimo sia circondato e protetto da un alone di segretezza circolano già delle informazioni che si rivelano cruciali, per quanto ancora embrionali, nel definire quelli che potrebbero essere i principali servizi e funzionalità di questo nuovo motore di ricerca e di conseguenza su come cambieranno le strategie digital nell’approcciarsi ad un innovativo modo di fornire risposte agli utenti.

Donna che ricerca con il telefono

Quello che sappiamo attualmente

Le informazioni trapelate fino ad oggi contano due punti salienti:

  • Un cambio di interfaccia che si sposterà sempre di più verso un modello principalmente conversazionale, una chat che potrebbe potenzialmente far somigliare la ricerca sempre meno a una richiesta e sempre più a un dialogo.
  • La possibilità di portare a termine le transazioni direttamente sul motore di ricerca, che strizza l’occhio alla forte componente di personalizzazione dei risultati in base a ciò che il motore ha appreso su di noi dalle nostre interazioni passate.

Per fare un esempio: conoscendo la nostra taglia, i nostri gusti stilistici e, ipotizziamo, il nostro range di spesa usuale, il motore di ricerca sarà capace di fornirci il prodotto perfetto per le nostre esigenze e gusti.

Cosa significa questo per SEO, SEA e CRO?

Un cambio modalità di interazione tra utenti e motore di ricerca porta con sé, inevitabilmente, dei cambiamenti nelle strategie digitali, siano essere organiche o a pagamento; SEO, SEA e CRO potrebbero essere delle aree fortemente soggette a questa trasformazione, il trucco sta nell’essere abbastanza fluidi nell’intercettare e nell’adattarsi a questi mutamenti, anche anticipando i tempi se necessario.

Andando nel dettaglio della questione possiamo ipotizzare che:

  • Sotto un punto di vista generale, per un motore di ricerca che punta così tanto sulla personalizzazione, bisognerà avere ancora più chiaro a chi ci stiamo rivolgendo, questo necessiterà di analisi più dettagliate e specifiche del nostro pubblico e la creazione di contenuti per fasce ben precise e determinate di utenti.
 
  • Sotto un punto di vista SEA, è molto probabile che assisteremo a un cambio di modalità nel proporre AD al pubblico, un’evoluzione volta ad adattarsi a questo stile conversazionale verso il quale sempre più motori di ricerca stanno puntando.
SEA nei nuovi motori di ricerca
 
  • Analizzando la prospettiva CRO: ci troveremo davanti a dei risultati che, prima di esserci proposti, passeranno sotto l’occhio vigile e attento del motore di ricerca che provvederà ad effettuare un’accurata selezione e scrematura al posto nostro. Questo rende imperativa la necessità di rendere il nostro sito più semplice e persuasivo, evitando ostacoli e frizioni per portare l’utente alla conversione, il dominio con la customer experience migliore vince.
 
  • Per ultimo, parlando di SEO, sicuramente ci sarà uno shift sempre maggiore sulla qualità dei contenuti e di quanto questi, concettualmente, riescano a rendere al meglio l’idea astratta che si traduce in richiesta da parte dell’utente. In aggiunta, potremmo assistere alla necessità di ottimizzare i contenuti in ottica delle domande dell’AI, stando a quanto trapelato questo motore di ricerca infatti punterà a fornire lui stesso le risposte sotto forma testuale piuttosto che estrapolarle dai siti, che saranno tuttavia citati come riferimento.
 
Seo nei nuovi motori di ricerca

In parole semplici

Immagina che Google sia come una persona super intelligente che ci aiuta a trovare le cose su internet. Negli ultimi anni, Google ha imparato a capire sempre meglio quello che cerchiamo, come se potesse leggere nel nostro pensiero. Ha fatto questo grazie all’aiuto di amici chiamati “intelligenza artificiale”, che sono come super cervelli che imparano sempre di più.

Ora, Google sta lavorando a un nuovo modo per aiutarci a cercare le cose su internet, che si chiama MAGI. Con MAGI, sarà come parlare con un amico: gli farai domande e lui ti risponderà velocemente e in modo più chiaro. Potresti anche comprare cose direttamente parlando con Google, e lui saprà cosa ti piace e quanto vuoi spendere.

Tutte queste novità faranno cambiare il modo in cui le persone che lavorano su internet creano i loro siti e cercano di attirare la nostra attenzione. Dovranno pensare a come parlare con noi in modo più semplice e diretto, e a come rendere i loro siti più belli e facili da usare.

In conclusione

Attualmente, le macro-aree fondamentali per il posizionamento nei motori di ricerca comprendono l’ottimizzazione tecnica, quella dei contenuti e l’autorevolezza. Tuttavia, Google scoraggia la creazione di link artificiali per aumentare il trust del dominio.

Di fronte all’avvento degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale, le opportunità per i professionisti del marketing digitale diventano sempre più simili, riducendo le differenze in termini di:

  • Conoscenza tecnica (ad esempio, ottimizzazione del codice, generazione di RegEx e query SQL);
  • Accessibilità ai contenuti (con la capacità di creare testi, video e immagini di alta qualità);
  • Ottimizzazione del tempo delle risorse aziendali.


In questo contesto, quale sarà il fattore distintivo che determinerà il posizionamento tra i primi risultati nelle
SERP

Potrebbe essere il “brand” a diventare l’elemento più importante? E, di conseguenza, potrebbero acquisire maggiore valore le attività di marketing offline nel consolidamento della presenza online di un’azienda?

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