Seed Connections: intervista a Fabio Tucci
Torna il format Seed “Connections” con un professionista di lunga esperienza in ambito digitale e un focus sull’e-commerce a livello internazionale.
Con Fabio Tucci abbiamo parlato di AI governance, di applicazioni pratiche e di… pazienza!
Fabio Tucci
Fabio è Senior eCommerce & Digital Sales Manager, con oltre 20 anni di esperienza nel marketing digitale e nel commercio elettronico. Attualmente guida le operazioni eCommerce globali del brand Canali in Europa, Stati Uniti e Cina.
Ha gestito progetti internazionali di digital transformation e replatforming, coordinando team cross-funzionali e lanciando nuove piattaforme e mercati. Specializzato in strategia omnicanale, CRM e ottimizzazione UX, integra quotidianamente l’intelligenza artificiale nei processi decisionali e operativi per migliorarne efficienza e qualità.
Pragmatico e orientato al risultato, combina visione strategica e approccio hands-on per far crescere i brand in modo innovativo.
Andiamo già con la mente al 2026: quale pensi sarà la priorità più grande per le imprese?
“Continuare a governare l’innovazione legata all’AI, che ha un tasso di adozione altissimo ma resta ancora immatura: oggi abbiamo solo una capacità parziale di sfruttarla davvero. La sfida è trasformare gli esperimenti di laboratorio in applicazioni concrete e utili“.
AI e marketing: contenuti, dati o automazione, qual è l’uso a tuo avviso più utile e come la stai usando concretamente in azienda?
“Vedo almeno tre ambiti in cui l’AI può offrire il maggior valore aggiunto.
Il primo è la generazione di contenuti, il suo uso più naturale, dato che nasce come tecnologia legata al linguaggio. Il secondo è la creazione di contenuti visivi: gli strumenti sono ancora acerbi, ma già integrabili nei flussi esistenti. Ad esempio, partendo da un video reale, è possibile inserire immagini di dettaglio del prodotto per creare un contenuto ibrido tra reale e AI. Il terzo ambito è l’analisi dei dati: quando se ne dispone in quantità, l’AI aiuta a individuare pattern e chiavi di lettura inedite.
Oggi usiamo un’AI sempre mediata, mai così com’è. Ci aiuta a creare contenuti in modo più rapido ed economico, ma resta sempre supervisionata, mai lasciata agire da sola. È uno strumento in più nel nostro toolkit, ma non ha sostituito né la cassetta degli attrezzi né le persone. Gli abbagli dell’AI sono ancora frequenti: non bisogna mai dare per scontato ciò che restituisce. La utilizziamo anche nel customer care e nella comunicazione interna, per esempio nell’ottimizzazione di e-mail o nei recap delle riunioni“.
Se potessi avere un assistente AI personale che fa una sola cosa per te ogni giorno, cosa gli faresti fare?
“Vorrei un assistente che legga e mappi le e-mail, analizzandone le priorità. Abbiamo tantissimi task da gestire e un’inbox piena di messaggi. Servirebbe un tool capace di classificarle per tipologia — poco importanti, veloci da smarcare, importanti ma impegnative — con una sensibilità, sia di business sia umana, notevole. Fantasticando, sarebbe davvero la svolta“.
Ai giovani che iniziano ora: che ruolo deve avere l’AI nel loro “toolbox” di competenze? E quale skill “umana” resterà comunque insostituibile?
“L’AI deve essere padroneggiata a fondo dai giovani: ci si aspetta che, come utenti, la sappiano già usare in modo naturale, portando innovazione nelle aziende.
Tra le soft skill, invece, scelgo la pazienza. Le imprese sono ambienti complessi, fatti di processi e persone: serve tempo per comprenderne dinamiche, idiosincrasie e problemi. I giovani hanno giustamente l’urgenza di fare e ottenere risultati, ma è meglio prendersela con calma: la carriera è una maratona, non uno sprint“.
Guardando al tuo percorso, qual è stata la scelta più coraggiosa che ti ha portato dove sei oggi?
“Non ho mai avuto paura di cambiare. Ho attraversato settori diversi — dall’IT ai media fino al retail di lusso — e contesti opposti, dalle multinazionali alle realtà familiari. Questo percorso mi ha permesso di conoscere mondi differenti e sviluppare un bagaglio di competenze eterogeneo, guidato sempre dalla curiosità e da un naturale desiderio di scoperta“.


