Analisi dei backlink: a cosa serve e come farla
Analisi dei backlink: a cosa serve e come farla
Cosa troverai in questo articolo. I backlink sono i link che puntano a un sito da domini ad esso esterni e forniscono un importante segnale di autorevolezza e qualità all’algoritmo del motore di ricerca, sebbene l’AI ne abbia parzialmente ridimensionato l’impatto diretto sul ranking. Migliorare il proprio profilo di backlink, cioè la loro quantità e qualità, ottenendo il giusto mix fra naturali, manuali e sponsorizzati, e accertarsi che gli anchor text siano sufficientemente vari rimane ad oggi cruciale. Bisogna poi essere prudenti con l’inserimento di link al proprio sito in directory e non eccedere con i link a pagamento, che possono risultare in penalizzazioni ai danni delle pagine che li ricevono.
Nonostante l’intelligenza artificiale abbia ridefinito le dinamiche del posizionamento online, l’importanza dei backlink, i collegamenti ipertestuali provenienti da domini esterni, rimane innegabile. Un profilo di backlink ben curato può infatti agire come un potente segnale di autorità e rilevanza per i motori di ricerca, mentre, al contrario, una gestione superficiale o errata può tradursi in penalizzazioni severe.
Ma cosa sono esattamente i backlink? Quali e quante tipologie ne esistono e, soprattutto, come possiamo analizzare e ottimizzare il nostro backlink profile per massimizzare i benefici e mitigare i rischi? Ne parliamo in questo approfondimento.
Che cosa sono i backlink e quale ruolo hanno nella SEO?
I backlink sono i link che puntano a una pagina web da domini esterni e possono essere categorizzati in base a diversi fattori, ad esempio:
- Se debbano essere o meno presi in considerazione dai crawler e dai tool di web analytics: la differenza più rilevante in questi termini è quella fra backlink ‘follow’ e ‘nofollow’, due diverse indicazioni contenute nell’attributo rel. Esse servono a indicare al motore di ricerca, rispettivamente, se seguire o non seguire il backlink; in forza di ciò, i link di tipo ‘follow’ sono gli unici in grado di trasmettere link juice e impattare positivamente il ranking del sito linkato, sebbene l’attributo rel sia trattato dall’algoritmo più come un suggerimento che non come un ordine ferreo (come era fino a qualche anno fa);
- Quale relazione vi sia fra il sito linkante e il sito linkato, ad esempio se si tratti di un link sponsorizzato, naturale o creato dagli utenti che interagiscono con il sito (il cosiddetto User Generated Content o UGC: ad esempio, quello prodotto attraverso i commenti ad un blog post, le recensioni di prodotto o i commenti sui forum di discussione);
- La tipologia dell’anchor text (cioè la parte testuale su cui si appoggia il collegamento) e la sua rilevanza rispetto alla pagina di destinazione.
Come dicevamo nell’articolo relativo all’emergente rivalità fra SEO e GEO, il ruolo dei backlink sul ranking di un sito web è stato notevolmente ridimensionato dall’avvento dei motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale generativa, che hanno allargato lo sguardo vigile dell’algoritmo a tutto ciò che compone il mosaico di menzioni di un brand, non necessariamente associate a un collegamento ipertestuale, che siano presenti sul web.
Ciò non significa, tuttavia, che il loro peso per il posizionamento di una pagina web sia ormai nullo. Al contrario, un backlink tossico è ancora in grado di apportare notevoli danni alla reputazione del vostro sito web.
Quali sono i backlink migliori?
Considerato lo spiegamento di forze messo in atto da Google negli ultimi anni per prevenire contenuti e traffico spam, è evidente che il tipo di link in grado di apportare il maggiore beneficio a un sito web siano i backlink naturali. Un backlink naturale è quello che viene creato senza alcuna richiesta diretta da parte vostra e funziona come una raccomandazione sincera nella vita reale, un consiglio che si dà agli amici, e che sottolinea l’affidabilità, l’autorevolezza e competenza delle risorse presenti sul vostro sito, siano esse articoli, pagine di prodotto o contenuti di qualsiasi altro tipo.
Per questo guadagnare link naturali è sempre stata, ed è tuttora, pur con le dovute precisazioni già fatte nel paragrafo precedente, una delle massime aspirazioni di qualunque webmaster. Analogo il caso dei link manuali, ovvero acquisiti tramite attività di linkbuilding e dunque ottenuti su richiesta (da distinguere dai link a pagamento), purché essa risulti giustificata: ad esempio potreste richiedere l’inserimento di un link al vostro sito al webmaster di un dominio esterno perché rilevante per il sito ospite, oppure proporgli nuovi contenuti di approfondimento che contengano un link di questo tipo.
Più spinoso il caso delle directory e di tutti quei siti che permettono agli utenti/proprietari di siti web di inviare e veder pubblicati link alle proprie pagine. Il rischio è che, effettuando troppo spesso questa operazione, Google possa pensare che stiate cercando di manipolare i risultati del motore di ricerca e dunque vi penalizzi. È inoltre importante assicurarsi, prima della pubblicazione di questo genere di link, che la reputazione della directory individuata sia positiva.
Per quanto riguarda i link ottenuti tramite un accordo di tipo economico, invece, onde evitare penalizzazioni Google richiede che vengano chiaramente indicati con l’attributo rel=”sponsored”, simile al ‘nofollow’ in termini di effetto sul ranking ma più specifico e dunque preferibile in tutti quei casi dobbiamo gestire l’inserimento di un link a pagamento; rientrano in questa categoria i link affiliati, i guest post ed editoriali scritti sotto compenso e le recensioni scritte in cambio di ‘freebie’. Non pensate però che i paid backlink siano inutili: possono infatti generare comunque molto traffico qualificato e interesse intorno al vostro marchio o prodotti.
In sintesi, i backlink migliori sono quelli follow, naturali, da siti autorevoli, pertinenti e con un anchor text significativo, che indicano a Google la qualità e l’affidabilità del vostro contenuto. Per quanto concerne gli anchor text, si dovrebbe idealmente cercare di ottenere un mix di:
- Brand mention backlink: ottimi per la brand awareness, devono puntare alla pagina più rilevante;
- Partial match backlink: utilizzano un anchor text correlato ma non identico alla parola chiave target; sono infatti comuni nei link naturali;
- Image backlinks (con alt text): le immagini accattivanti possono generare link e Google usa l’alt text come anchor text per questi link.
Come analizzare il proprio profilo di backlink (e migliorarlo)
Un profilo di backlink di qualità si distingue per varietà, pertinenza e crescita costante. Esistono diverse caratteristiche chiave da osservare per valutare la salute del vostro profilo: le approfondiamo una per una nei paragrafi che seguono.
Varietà dei backlink
Considerata la molteplicità di tipi di backlink esistenti, un profilo robusto dovrebbe presentare una grande diversità di collegamenti in ingresso (e sì, anche qualche link meno desiderabile è fisiologico). Non esiste una proporzione ideale, ma in linea di massima è auspicabile avere:
- Molti backlink “follow” naturali, provenienti da contenuti editoriali di qualità;
- Alcuni backlink “follow” costruiti manualmente;
- Alcuni link sponsorizzati di varie tipologie;
- Diversi link “nofollow” e UGC: se gestite un programma di affiliazione esteso, potreste ritrovarvi con una percentuale più elevata di link sponsorizzati (o “nofollow”). Questo è accettabile, purché siano opportunamente contrassegnati.
Varietà degli anchor text
Un profilo di backlink solido presenta anchor text pertinenti sia alla pagina che ospita il link sia alla pagina collegata. Nella pratica, è probabile che vedrete un mix di tutti i tipi di anchor text menzionati in precedenza; dovete invece preoccuparvi se riscontrate uno o più di questi problemi contemporaneamente:
- Lo stesso anchor text utilizzato ripetutamente;
- Anchor text completamente irrilevanti o privi di senso;
- Un’alta percentuale di anchor text generici o URL “nudi” (dove cioè anchor text e link corrispondono). Tutti questi elementi possono indicare spam o tattiche di SEO negativa.
Qualora riscontriate uno o più di questi problemi, potete contattare il proprietario del sito e chiedergli se è disposto ad aggiornare il link con un anchor text più pertinente; se, tuttavia, il sito non è affidabile o non desiderate che il vostro sito sia associato ad esso, chiedete la rimozione completa del link. Come ultima risorsa, potete ricorrere allo strumento di disavow dei link innaturali di Google, ma questa opzione è disponibile solo se Google emette un’azione manuale contro il vostro sito.
Diversità dei domini esterni
Un profilo di backlink sano si caratterizza anche per la diversità delle estensioni di dominio che linkano verso il sito web, intesa come varietà di siti .com e .org correlati al vostro settore. Se pertinenti al vostro sito web, dovreste anche ottenere backlink da siti .edu o .gov. In secondo luogo, se il vostro pubblico è legato a un paese o a una posizione geografica specifica, dovreste assicurarvi di ricevere link dai ccTLD (country code TLDs) appropriati, come .it per l’Italia, .ca per il Canada, .uk per il Regno Unito o .au per l’Australia. Come già accennato, il modo migliore per incrementare la diversità dei domini linkanti è creare contenuti che generino backlink naturali e costruire backlink manuali da siti rilevanti.
Assortimento di contenuti
In aggiunta a quanto elencato finora, i backlink al vostro sito dovrebbero provenire anche da diverse tipologie di contenuto, purché siano sempre pertinenti alla pagina collegata. Tutto dipende dalla natura dei contenuti che vi trovate a gestire: se lavorate con contenuti che toccano trasversalmente una varietà di settori, sarà normale e auspicabile che i backlink provengano da domini afferenti a diversi settori; al contrario, se vi occupate di argomenti di nicchia, i tipi di contenuto che si collegheranno al vostro sito saranno probabilmente molto più specifici e backlink provenienti da settori ad esso estranei potrebbero “sporcare” il vostro sito, se presenti in grande quantità.
Andamento dei backlink nel tempo
Ultimo ma non ultimo: man mano che il vostro sito cresce, dovrebbe crescere anche il numero di backlink che esso riceve. Poiché i motori di ricerca tendono a premiare gli sforzi costanti con una maggiore visibilità e posizionamenti più elevati, ampliare il numero dei backlink nel tempo è un buon modo per dimostrare che il vostro sito sta attirando nuova attenzione e riesce a rimanere rilevante nel panorama dei concorrenti.
Attenzione, però: sebbene sia possibile che un contenuto diventi virale di tanto in tanto, picchi ripetuti di backlink potrebbero essere un segnale di comportamento spam. Se notate tali picchi, approfondite per assicurarvi che i link provengano da siti legittimi evitando voi stessi le pratiche di link o content farming, cioè ottenere intenzionalmente backlink da siti con contenuti scarni o di scarsa qualità, e di acquisto di backlink, ossia l’acquisto di link in blocco da siti senza contrassegnarli come “nofollow” o “sponsored”. Fin dall’aggiornamento Panda, l’algoritmo di Google è diventato molto efficace nel rilevare queste tecniche e penalizzare i siti che le adottano.
Dove visualizzare i backlink del proprio sito?
Per ottenere una visione chiara e completa del vostro profilo di backlink, avrete bisogno di strumenti di analisi SEO dedicati. Sebbene Google Search Console offra un’idea di base dei link che puntano al vostro sito, per un’analisi approfondita e dettagliata è spesso necessario rivolgersi a soluzioni professionali a pagamento.
Tool come Semrush, Ahrefs o Moz sono fra i più ampiamenti utilizzati nel settore e offrono una panoramica approfondita di tutti i vostri backlink, permettendovi di analizzare la loro qualità, il tipo di anchor text utilizzato, la diversità dei domini di provenienza e persino di monitorare i link persi o acquisiti di recente. Sebbene rappresentino un investimento economico non irrilevante, i dati e gli insight che possono fornire sono inestimabili per la vostra strategia SEO. Vi consentiranno di individuare problemi, sfruttare nuove opportunità e, in ultima analisi, rafforzare la reputazione online del vostro sito, trasformando una spesa in un investimento intelligente per il successo a lungo termine.
Riassumendo: le domande più comuni sull’analisi dei backlink
Concludiamo questo approfondimento con una serie di FAQ sull’analisi dei backlink. Se non trovate risposta alla vostra domanda, scriveteci: saremo felici di chiarire tutti i vostri dubbi e arricchire ulteriormente questo contenuto grazie alle vostre segnalazioni.
Cosa sono i backlink noreferrer?
Il rel=”noreferrer” è un attributo HTML che, quando aggiunto a un link, impedisce al browser di inviare informazioni sul referrer (cioè la pagina di origine) al sito di destinazione. Questo significa che gli strumenti di web analytics come Google Analytics non saranno in grado di identificare la provenienza del traffico generato da quel link; il traffico, in questo caso, verrà registrato come diretto. Un improvviso aumento del traffico diretto verso il vostro sito potrebbe pertanto essere legato alla creazione di un nuovo backlink dotato di questo attributo. Sebbene non influisca direttamente sulla SEO (Google non lo considera in modo negativo), può rendere più difficile l’analisi delle fonti di traffico.
Google è in grado di riconoscere i link ottenuti pagando?
Sì, Google è estremamente abile nel riconoscere i link acquistati o manipolati. L’algoritmo di Google è costantemente aggiornato e perfezionato per individuare schemi di link innaturali o tentativi di manipolare i ranking attraverso l’acquisto di link. Per questo motivo, è fondamentale che i link ottenuti tramite un accordo economico (ad esempio, post sponsorizzati, recensioni a pagamento, link affiliati) siano chiaramente indicati con l’attributo rel=”sponsored”. Non farlo può portare a penalizzazioni manuali o algoritmiche che possono gravemente danneggiare la visibilità del vostro sito nei risultati di ricerca.
Che cos’è un guest post?
Un guest post è un contenuto che scrivete per essere pubblicato su un blog o un sito web di qualcun altro. Questa pratica è molto comune nel mondo della SEO e del content marketing per ottenere backlink di qualità e aumentare la propria visibilità. In un guest post, potete solitamente includere uno o due link al vostro sito (preferibilmente nella biografia dell’autore o in punti contestualmente rilevanti all’interno dell’articolo), che diventano quindi backlink manuali. È cruciale che il sito ospite sia autorevole e pertinente al vostro settore e che il contenuto del guest post sia di alta qualità e utile per il pubblico del sito ospitante. Se il guest post è retribuito, è buona norma, come menzionato in precedenza, contrassegnare i link con rel=”sponsored”.
Che differenza c'è tra un backlink “follow” e “nofollow”?
La differenza risiede nell’attributo rel all’interno del tag HTML del link. Un link “follow” (rel=”follow” o, più spesso, l’assenza di attributi rel che lo rende “di default” follow) indica ai motori di ricerca di “seguire” quel link, trasferendo il cosiddetto “link juice” (o “PageRank”) dalla pagina di origine alla pagina di destinazione. Questo link juice è un segnale di autorità e rilevanza che influisce positivamente sul ranking SEO del sito linkato. Un link “nofollow” (rel=”nofollow”) indica invece ai motori di ricerca di non seguire quel link e, teoricamente, di non trasferire alcun “link juice”. Viene spesso usato per link a contenuti non affidabili, pubblicità a pagamento o commenti degli utenti, dove non si vuole “avallare” la destinazione del link.
Cos'è il “link juice" e perché è importante?
“Link juice” è un termine colloquiale utilizzato per descrivere il valore o l’autorità che un backlink “follow” passa da una pagina web all’altra. Immaginate che ogni pagina web abbia un certo “punteggio di autorità”: quando una pagina con un’alta autorità linka a un’altra pagina tramite un link “follow”, trasferisce parte di questa autorità, rafforzando il ranking e la credibilità della pagina di destinazione. Più “link juice” una pagina riceve da fonti autorevoli e pertinenti, più è probabile che si posizioni bene nei risultati di ricerca. Per questo, l’obiettivo è sempre attrarre backlink “follow” da siti di alta qualità.
Cosa sono i backlink "tossici"?
I backlink “tossici” (o “spammy”) sono link in entrata che possono danneggiare la reputazione e il posizionamento del vostro sito. Spesso provengono da siti di bassa qualità, attività di link farming, directory irrilevanti, commenti di spam o siti penalizzati. Google considera questi link un tentativo di manipolare i ranking e, se ne avete troppi nel vostro profilo, può penalizzare il vostro sito.
Cosa fare con i link tossici?
Usate gli strumenti SEO per scansionare il profilo e individuare link sospetti, dopodiché contattate il proprietario del sito che ospita il link per chiederne la rimozione. Se la rimozione non è possibile, utilizzate lo strumento Disavow di Google Search Console per indicare a Google di ignorare specifici backlink. Usate quest’ultimo strumento con cautela e solo come ultima risorsa, tipicamente quando è già stata ricevuta una penalizzazione manuale.
Coming soon:
Fra due settimane, sul blog di Seed ci addentreremo nel mondo della CRO parlando del ruolo della memoria nell’ottimizzazione delle conversioni. Tornate a leggerci!