Seed Connections: intervista a Daniele Paoletta
Per la nuova intervista del nostro format Seed “Connections”, abbiamo coinvolto un Project Manager con una lunga esperienza nel mondo della consulenza digital.
Con Daniele Paoletta, che è stato anche speaker ad uno dei nostri eventi del format Seed Connect, parliamo di intelligenza artificiale e nuove competenze.
Daniele Paoletta
Daniele Paoletta è Senior Project Manager in S'NCE Group, con oltre 10 anni di esperienza nella gestione di progetti digitali complessi per brand fashion e retail. Ha guidato team multidisciplinari in realtà come Accenture e Sopra Steria, unendo competenze strategiche, tecnologiche e una visione orientata all’innovazione. È Certified Scrum Master e promotore dell’adozione dell’AI come leva di efficienza e personalizzazione nei processi aziendali interni ed esterni.
Il 2025 è l’anno di…
“È l’anno dell’esplosione dell’intelligenza artificiale. Ovunque mi giri, sento parlare di AI: è diventata un tema centrale, quasi onnipresente. Eppure, mi rendo conto che in pochi la conoscono davvero. I grandi player del settore hanno iniziato a integrarla nei loro prodotti, e sono convinto che da qui in avanti assisteremo a una crescita esponenziale e diventerà un’esigenza concreta, non solo una tendenza.
Ho la sensazione di trovarmi all’inizio di un nuovo percorso, un po’ come nei primi anni dell’e-commerce: in pochi ne comprendono fino in fondo il potenziale, ma tantissimi, me compreso, vogliono saperne sempre di più. E so che, molto presto, sarà davvero ovunque”.
Come ti immagini l’evoluzione del tuo settore da qui a 3 anni?
“Nel mondo della consulenza, percepisco chiaramente come i tempi si stiano comprimendo. Ciò che oggi viene richiesto, domani rischia già di essere superato più di quanto succedeva in passato. Fra tre anni, non parleremo più di progettazione “statica”, diluita in molti giorni e basata su sforzi prolungati e continuativi. Mi aspetto invece soluzioni costruite e adattate ‘in tempo reale’, grazie all’intelligenza artificiale, dove le soft skill diventeranno sempre più centrali nella gestione delle partnership.
Anche il modo di relazionarsi sta cambiando profondamente. Le interazioni saranno sempre più rapide, più fondate sul confronto diretto e sempre più mediate, e potenziate, dalla tecnologia. Le relazioni diventeranno più brevi, più fluide e decisamente più dinamiche“.
AI: solo una buzzword o la stai applicando davvero nella tua azienda?
“In S’NCE, l’intelligenza artificiale non è una moda passeggera, ma parte integrante di un percorso di innovazione che stiamo costruendo in modo concreto e consapevole. Nei contenuti e nelle traduzioni vedo già un livello di maturità molto alto; mentre nel mondo dell’e-commerce inteso in senso lato stiamo esplorando attivamente le sue potenzialità per aumentare l’efficienza e offrire un’esperienza sempre più personalizzata.
Sono convinto che l’AI sarà uno strumento essenziale per restare flessibili e pronti ad affrontare cambiamenti sempre più rapidi e complessi“.
Cosa consiglieresti ai giovani professionisti che stanno iniziando la propria carriera, qual è la competenza o l’approccio più utile oggi?
“Il consiglio che darei a chi sta iniziando oggi è di specializzarsi in qualcosa in cui crede davvero, qualcosa che ritiene rappresenti il futuro. E non per forza deve essere l’intelligenza artificiale che è già il presente, non più solo una prospettiva lontana.
Che si tratti di sviluppo software, consulenza o altro, credo sia fondamentale scegliere una direzione chiara e investirci con passione e curiosità.
E poi c’è un aspetto che tendo a sottolineare spesso: trovare un equilibrio sano tra lavoro e vita privata. È una competenza trasversale, ma oggi più che mai fa davvero la differenza sul lungo periodo“.
Qual è il maggiore successo che ritieni di avere conseguito nella tua vita (professionale o anche personale, se preferisci)?
“Non è facile rispondere, perché tendo a non soffermarmi troppo sui risultati. Da un lato è positivo: mi spinge a non adagiarmi mai e a guardare sempre avanti. Dall’altro, riconosco che può essere un limite: ogni tanto bisognerebbe anche sapersi fermare e valorizzare i traguardi raggiunti.
Un esempio? La mia esperienza da allenatore-giocatore di basket, oltre che capitano. Quest’anno ci siamo salvati, ed è stato un bel risultato, anche se mi focalizzo già su come potremmo puntare più in alto!“.



