Seed Connections: intervista a Danilo Panella
Per la nuova intervista del nostro format Seed “Connections”, abbiamo coinvolto un professionista di lunga esperienza nel mondo del digital, con un focus sull’editoria.
Con Danilo parliamo di AI, di ascolto del pubblico e di personalizzazione dei contenuti.
Danilo Panella
Danilo inizia nel marketing strategico di Banque PSA Finance SA, prosegue in Condé Nast come Digital Marketing Manager per oltre sei anni. Dopo una breve parentesi nella start-up Webtrekk, arriva nel luglio del 2017 in Hearst Digital SA a Chiasso. Dall’ottobre 2021 è il Direttore Marketing di Hearst Magazines Italia.
Il 2025 è l’anno del…
“Il 2025 rappresenta un anno cruciale per lo sviluppo di strategie sempre più avanzate di ascolto degli utenti.
Ci troviamo in una fase storica dell’industria dei media in cui canali e contenuti devono essere costantemente aggiornati per rispondere in modo efficace alle esigenze e alle aspettative di lettori e fruitori. Il mancato ascolto del pubblico comporta il rischio di non riuscire a proporre un’offerta coinvolgente.
Si tratta di una sfida complessa, poiché siamo stati formati secondo determinati paradigmi, e modificarli implica un cambiamento nelle modalità di relazione e comunicazione. Tuttavia, questa trasformazione è già in corso. Osservando il modo in cui le nuove generazioni interagiscono con i contenuti, emerge chiaramente che non adeguarsi a queste dinamiche significa perdere rilevanza fin da subito, con un impatto diretto sulla competitività futura“.
Come ti immagini l’evoluzione del tuo settore da qui a 3 anni?
“Il settore è in trasformazione e verrà influenzato da un’attività di ascolto sempre più strategica. Si getteranno le basi per un nuovo assetto che valorizzerà i programmi di loyalty, le membership e, più in generale, tutti quei contenuti di qualità, realmente in linea con le esigenze dei consumatori.
Intravedo un comparto media sempre più strutturato attorno a brand distintivi, ai quali il pubblico si lega non solo per i contenuti offerti, ma anche per l’identità e l’esperienza complessiva che essi rappresentano. I lettori non seguono più solo una testata, ma aderiscono a un vero e proprio ecosistema di valori e riferimenti culturali.
Creare un rapporto solido con l’utente finale attraverso servizi personalizzati – come le membership – e garantire una presenza costante e coerente su tutti i touchpoint rappresenta una sfida di grande rilevanza.
In questo contesto, il valore dei dati di prima parte assume un ruolo centrale: essi rappresentano preziosi input forniti direttamente dagli utenti e costituiscono la base per ottenere insight strategici. La capacità di interpretarli correttamente sarà determinante per comprendere le dinamiche di consumo e anticipare le esigenze del pubblico“.
AI: solo una buzzword o la stai applicando davvero nella tua azienda?
“L’intelligenza artificiale non può essere considerata una semplice tendenza passeggera, ma rappresenta ormai una realtà con cui è necessario confrontarsi. È fondamentale adottare un approccio costruttivo, evitando atteggiamenti di demonizzazione e valorizzandone le potenzialità.
Da un certo punto di vista, l’idea di una tecnologia in grado di generare un articolo, un’immagine o delle presentazioni in pochi secondi può destare timori. Tuttavia, il valore aggiunto offerto dall’analisi umana di un documento o di un contenuto rimane ineguagliabile: l’esperienza, la capacità di interpretare i dati in profondità e di cogliere sfumature implicite sono elementi che una macchina, per quanto avanzata, ritengo non possa restituire allo stesso modo.
Un aspetto particolarmente rilevante è il processo di creazione creativa. Sebbene l’intelligenza artificiale possa basarsi su un set di dati strutturato e continuamente alimentato, l’ispirazione umana trae origine da un bagaglio culturale ed emotivo unico, che va oltre la semplice elaborazione di informazioni. L’intuito, l’esperienza e la sensibilità restano elementi distintivi della creatività umana, difficilmente riproducibili da un algoritmo.
L’intelligenza artificiale, quindi, deve essere considerata uno strumento utile, ma il suo utilizzo deve essere regolato da criteri chiari e da un attento controllo umano. Il nostro compito è garantire un impiego responsabile e consapevole di questa tecnologia, e trasparente nei confronti dell’utente“.
Cosa consiglieresti ai giovani professionisti che stanno iniziando la propria carriera, qual è la competenza o l’approccio più utile oggi?
“La contaminazione con contesti internazionali, culture e lingue diverse sia un aspetto di grande valore. Le nuove generazioni sono già abituate a questa dimensione globale, sia attraverso la fruizione di contenuti in altre lingue sia grazie a una maggiore propensione ai viaggi e agli scambi culturali.
L’attuale panorama lavorativo è complesso e spesso i giovani, al termine del percorso di studi, si trovano a confrontarsi con le prime esperienze professionali senza riconoscerne fino in fondo il valore. Il cosiddetto periodo di “gavetta” non è solo un’opportunità per acquisire competenze tecniche, ma rappresenta anche un momento essenziale per sviluppare capacità organizzative e relazionali, competenze imprescindibili per una futura crescita manageriale.
Un ulteriore consiglio è quello di adottare sempre un atteggiamento propositivo e orientato alla soluzione. In ogni contesto lavorativo possono emergere difficoltà, ma sviluppare la capacità di affrontarle con spirito costruttivo e strategico è fondamentale. Avere una visione d’insieme, comprendere le dinamiche in atto e individuare possibili soluzioni è ciò che distingue un approccio reattivo da uno realmente efficace.
Infine, è essenziale ritagliarsi del tempo per la riflessione. L’operatività, se non affiancata da momenti di analisi e pianificazione, rischia di diventare fine a sè stessa. Fermarsi a riflettere sulle strategie e sulle decisioni da prendere consente di lavorare con maggiore consapevolezza e visione prospettica“.
Qual è il maggiore successo che ritieni di avere conseguito nella tua vita (professionale o anche personale, se preferisci)?
“Dal punto di vista personale, ovviamente la mia splendida famiglia, con mia moglie e mio figlio.
Dal punto di vista professionale, sono particolarmente orgoglioso del progetto roadshow di Harper’s Bazaar, avviato a fine 2022 con il lancio della versione cartacea del magazine. Si è trattato di un lavoro significativo di marketing che ha lavorato sulla brand awareness e sugli abbonamenti per l’edizione italiana di un marchio storico“.



