Seed Connections: intervista a Davide Grossi

Per la nuova intervista del nostro format Seed “Connections”, abbiamo coinvolto un professionista di lunga esperienza del mondo tech.
Con Davide Grossi parliamo del concetto di opticanalità, della visione d’insieme e di come l’AI stia diventando sempre più una competenza “base”.

Davide Grossi
Davide Grossi è un marketing executive esperto nella comunicazione e trasformazione digitale con oltre 17 anni di esperienza maturata in contesti internazionali, tra Europa, LATAM e USA. Attualmente ricopre il ruolo di Digital Transformation Director in LG Electronics Italia, azienda leader nell’elettronica di consumo, dove guida strategie di brand, marketing digitale e innovazione. In precedenza, ha ricoperto ruoli di leadership in Vodafone ed alcuni tra i più grandi network di agenzie internazionali, come WPP e Havas, nei quali ha sviluppato competenze nei settori telecomunicazioni, tecnologia, retail, consumer goods ed e-commerce, con un approccio strategico e data-driven.
Il 2025 è l’anno di…
“Dal mio punto di vista, è ancora l’anno dell’AI, che rimane la parola del momento, anche se un pochino abusata.
Infatti, bisognerebbe fare più attenzione ai termini: tutti parlano di AI anche quando non è propriamente così, ma si tratta di semplici algoritmi di Machine Learning“.
Come ti immagini l’evoluzione del tuo settore da qui a 3 anni?
“Il settore dell’elettronica di consumo è ancora “indietro” a livello tecnologico come utilizzo dei canali, il che è paradossale, pensando che i prodotti che vendiamo sono invece ad alto tasso di tech.
Il focus sarà sulla multicanalità – perché l’omnicanalità è troppo difficile per il comparto – o meglio ancora sull’opticanalità: scegliere alcuni canali e ottimizzarli al massimo. Il flusso online/offline va migliorato e ottimizzato, c’è ancora troppa separazione tra punto vendita ed e-commerce, spesso ancora visto come un canale marginale o, peggio, come un touchpoint in concorrenza con il negozio fisico. Bisogna puntare sull’evoluzione della UX tra offline e online, per aumentare il valore per il consumatore finale e per i marchi stessi“.
AI: solo una buzzword o la stai applicando davvero nella tua azienda?
“Internamente ci stiamo ragionando e stiamo facendo valutazioni per comprendere quale potrebbe esserne l’utilizzo migliore, per ora non è sistemico. Le conversazioni più avanzate riguardano soprattutto l’eventuale impatto di adottare strumenti AI sui nostri volumi di business, applicandola ad esempio sull’analisi dati, la SEO o altri canali digitali.
Personalmente, penso che sia più importante comprendere bene come adattare i nostri sforzi per massimizzare il valore che possiamo ottenere: bisogna impostare ragionamenti strategici, sapere quali obiettivi specifici si possono raggiungere e con quali strumenti. Vedo troppe aziende che adottano soluzioni AI senza riflettere, solo per una sorta di FOMO.
A livello personale, la uso già per fare analisi complesse, come Competitive o Sentiment Analysis: si ottengono output rapidi e molto puntuali tramite semplici prompt, rispetto all’uso di tool avanzati a pagamento“.
Cosa consiglieresti ai giovani professionisti che stanno iniziando la propria carriera, qual è la competenza o l’approccio più utile oggi?
“Ci sono diversi aspetti: in primis, avere un approccio dinamico, di costante apprendimento, una mente aperta e votata all’aggiornamento costante. Continuare a studiare e informarsi.
Bisogna anche avere una visione d’insieme più alta dei processi e dei problemi, senza focalizzarsi solo sul proprio piccolo “pezzo”: questo serve a comprendere meglio i trend, dove sta andando il mercato, dove stanno andando le persone e quali strumenti è utile saper padroneggiare. Con una visione ampia, si può quasi prevedere il futuro!
Tra le competenze, ovviamente l’AI: sono convinto che di qui a 3 anni, non saper usare la GenAI sarà come non sapere usare Excel o non saper produrre una presentazione in PPT. Una skill di base“.
Qual è il maggiore successo che ritieni di avere conseguito nella tua vita (professionale o anche personale, se preferisci)?
“A livello professionale, da persona curiosa, sono felice di aver mantenuto alta la curiosità sulla materia, senza mai fermarmi e con la voglia di migliorarmi sempre.
Mi piace l’idea di non rimanere indietro, di provare nuove App, persino nuovi videogiochi che piacciono alla GenZ o alla GenA: voglio capire perché li usano, perché funzionano, come si muove il mercato, come cambiano i comportamenti e i gusti delle persone in fatto di tecnologia“.