Seed Connections: intervista a Luigi Cuviello
Ed eccoci tornati con le nostre interviste ai protagonisti del digital italiano.
Oggi per “Connections”, la parola va a Luigi Cuviello, Head of Digital di Phoenix Pharma Italia.
Scopri il suo punto di vista sull’applicazione dell’AI e su quelli che saranno i superpoteri dei super-marketer del futuro!
Luigi Cuviello
Luigi Cuviello è un professionista del digitale con oltre un decennio di esperienza. La sua carriera è iniziata presso Ogilvy Interactive, dove ha gestito clienti di rilievo come Timberland e Armani. In Leroy Merlin ha guidato le attività di marketing digitale, consentendo all’e-commerce del marchio di raggiungere nuovi livelli di coinvolgimento.
Attualmente ricopre il ruolo di Head of Digital presso PHOENIX Pharma Italia, dove guida l'innovazione e la crescita nell'ambito delle strategie digitali.
Come ti immagini l’evoluzione del tuo settore da qui a 3 anni?
“Immaginiamoci tra tre anni: il settore del digital marketing sarà irriconoscibile, ma non per i motivi che si possono pensare. L’AI non avrà sostituito i marketer, al contrario: avrà creato una nuova razza di “super marketer“.
Saremo come Iron Man, ma invece dell’armatura, indosseremo modelli di machine learning, deep learning e intelligenza artificiale“.
AI: solo una buzzword o la stai applicando davvero nella tua azienda?
“L’AI non è una buzzword ma neppure una bacchetta magica… è come il sale in cucina: usata con criterio, esalta i sapori; usata male, rovina il piatto.
Nella nostra azienda, l’approccio all’AI è sia esplorativo che mirato. Abbiamo condotto una sperimentazione con MS Copilot, raccogliendo dati utili per valutarne i benefici e la convenienza economica. A livello corporate, utilizziamo già diverse applicazioni di machine learning o analisi predittiva e a livello locale abbiamo integrato un chatbot nel nostro e-commerce.
Oltre all’applicazione, l’ambizione è di diffondere queste competenze creando familiarità con ML e tecniche di analisi predittiva/prescrittiva nello staff interno. Insomma, stiamo applicando l’AI in modo concreto, con un approccio che bilancia sperimentazione e implementazione pratica, sempre valutando attentamente costi e benefici“.
Cosa consiglieresti ai giovani professionisti che stanno iniziando la propria carriera, qual è la competenza o l’approccio più utile oggi?
“Ai giovani professionisti direi: pensate sia utile imparare a programmare? No.
Dovete imparare a pensare come un programmatore.
La competenza più preziosa sarà la capacità di strutturare problemi complessi in modo che un’AI possa risolverli. È come essere un traduttore, ma invece di lingue, tradurrete la comunicazione tra umani e macchine. E ricordate: l’empatia (e con essa tutte le soft skills) sarà il vostro superpotere. Le macchine possono analizzare i dati, ma solo voi potete capire veramente le emozioni umane. Almeno per ora“.
Qual è il maggiore successo che ritieni di avere conseguito nella tua vita (professionale o anche personale, se preferisci)?
“La definizione di successo è profondamente soggettiva.
Nel mio caso corrisponde all’espressione della migliore versione di sé nelle sfere più importanti della vita, trovando il modo di agire sempre secondo i propri valori“.
Momento Tips&Tricks: in ambito digital… dicci qualcosa che non sappiamo!
“Un trucco del mestiere che non sapete… ma voi sapete tutto! 🙂
Vi dico piuttosto una pratica interessante che ci sta dando soddisfazione sui social: utilizzate l’AI per creare variazioni dei vostri post. Prendete un post che ha funzionato bene, alimentate un modello di AI con esso e chiedetegli di creare 10 variazioni diverse. Ora avete contenuti per una settimana intera, tutti basati su un’idea che sapete già funzionare. Ricordate però: l’AI è il vostro assistente, non il vostro sostituto. Il tocco umano finale fa sempre la differenza tra un contenuto buono e uno straordinario“.