Monitorare performance contenuti
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Come monitorare le performance dei contenuti web

Cosa troverai in questo articolo. Monitorare le performance dei contenuti web è un’attività cruciale per garantire che le pagine di un sito rispondano efficacemente alle esigenze degli utenti e si posizionino correttamente sui motori di ricerca. Un’analisi continua delle prestazioni può rivelare lacune all’interno delle pagine di un sito, aprire nuove opportunità di posizionamento e consentire l’adattamento agli aggiornamenti degli algoritmi di ricerca. Tra le principali metriche da considerare quando si analizzano le prestazioni dei contenuti ci sono il ranking delle parole chiave, il traffico organico verso le pagine analizzate, il CTR e il tasso di rimbalzo, che possono essere esplorati attraverso strumenti specifici come SemRush e Google Analytics.

Una keyword research accurata per la definizione dei contenuti fissi e un piano editoriale ben strutturato per quanto riguarda la parte editoriale del sito sono sicuramente un ottimo punto di partenza per ottenere buoni posizionamenti in SERP e aumentare il coinvolgimento degli utenti, ma il lavoro sui contenuti non si ferma qui: il monitoraggio delle prestazioni delle vostre pagine è altrettanto importante ed è proprio alle modalità, i principi-guida e il follow-up di questo monitoraggio che dedichiamo l’approfondimento del blog di Seed di questa settimana.

Perché è importante monitorare il rendimento dei contenuti?

Una premessa: quando, in questo articolo, parleremo di “contenuti” ci riferiremo non solo ai contenuti testuali che rappresentano il fulcro, il fine ultimo dell’interazione dell’utente con una data pagina web, come nel caso dei blog, ma anche a quelli che hanno un ruolo funzionale a un altro tipo di azione, come nel caso dei testi descrittivi che troviamo all’interno delle pagine prodotto degli e-commerce e il cui scopo è soprattutto quello di produrre una conversione.

In ogni caso, infatti, il monitoraggio del rendimento dei contenuti – attraverso l’analisi di una serie di dati di cui parleremo più approfonditamente nel prossimo paragrafo – è essenziale per capire se vi sia un qualche tipo di scollamento fra ciò che è presente sul sito web e ciò che si aspettano o di cui hanno bisogno i vostri utenti. Più nello specifico, attraverso l’analisi delle prestazioni dei vostri contenuti potete:

  1. Identificare “buchi” di contenuti: molti strumenti online come SemRush vi permettono proprio di individuare le parole chiave sulle quali i vostri concorrenti compaiono in SERP e voi no, perdendovi preziose opportunità di posizionamento in relazione alla vostra specifica area di interesse commerciale; ciò potrebbe essere dovuto alla totale mancanza di contenuti specifici o al fatto che quelli presenti non siano sufficientemente ricchi, approfonditi, ben strutturati e dotati di tutte le caratteristiche per essere indicizzati dai crawler del motore di ricerca;
  2. Esplorare nuovi margini di miglioramento dei contenuti: connesso al punto precedente, questo punto ci spiega come, anche quando siete in possesso di contenuti per determinate parole chiave per voi rilevanti, i vostri concorrenti registrino performance migliori; andando ad analizzare e confrontare i dati (per sapere quali nello specifico leggete il prossimo paragrafo) è possibile isolare problematiche particolari nei contenuti e attuare azioni correttive che vi permettano di allinearvi agli intenti di ricerca dei vostri utenti;
  3. Adattarsi agli standard imposti dall’algoritmo di ricerca: niente è eterno, compresi i contenuti che avete costruito con più attenzione e cura. Il modo in cui gli utenti interagiscono con essi, in termini di query che inseriscono nel motore di ricerca per trovarli e di forma stessa del contenuto che si aspettano, cambiano con il tempo e l’algoritmo si muove in parallelo con queste esigenze, aggiornando periodicamente i criteri con cui determina quali contenuti premiare e quali spingere più in basso in SERP; può quindi accadere che la vostra posizione per una o più keyword vada peggiorando nel tempo: monitorare le performance dei contenuti vi permette di verificare tempestivamente eventuali cali di prestazioni successivi ai Core Update e agire di conseguenza. Ricordate che la user-friendliness delle vostre pagine conta tanto quanto l’accuratezza, autorevolezza e profondità dei vostri contenuti ai fini del posizionamento su Google.

Vediamo adesso, più nel dettaglio, quali metriche analizzare per valutare le prestazioni dei vostri contenuti.

performance

Performance dei contenuti web: quali dati guardare?

L’enfasi che abbiamo posto sulle parole chiave nel paragrafo precedente vi avrà già fatto capire qual è la prima metrica a cui prestare attenzione: stiamo ovviamente parlando del ranking delle parole chiave, ovvero la posizione occupata in SERP per le keyword per voi più rilevanti dalle pagine del vostro sito. Una posizione alta, infatti, si traduce in volumi di traffico maggiori e, auspicabilmente, in un numero più elevato di conversioni.

La scelta delle parole chiave da monitorare non è una decisione che si possa improvvisare di giorno in giorno, ma un’azione da pianificare prima di tutte le altre: all’abbrivio del vostro progetto web dovrebbe infatti esserci (stata) una ricerca preliminare di parole chiave più rilevanti sulla base della quale impostare il nucleo della vostra strategia SEO.

È chiaro che si tratta sempre di un work in progress, che così come evolvono le necessità dei vostri clienti – attuali e potenziali – e il modo in cui essi cercano i vostri prodotti o servizi, così voi dovete adattarvi in termini di definizione delle parole chiave su cui puntare, ma una keyword research dettagliata iniziale è imprescindibile e rappresenta il grosso del lavoro su cui poi si possono andare a incastonare, nel tempo, tutti gli accorgimenti e perfezionamenti necessari.

Diversamente, procedendo a tentoni con un collage raffazzonato e improvvisato, non avrete la visione d’insieme necessaria per portare avanti una strategia organica efficace né per attuare le azioni correttive rese possibili da un’analisi dei termini di ricerca che registrano prestazioni inferiori al loro potenziale.

Vi sono poi altri parametri da prendere in esame per valutare quanto un contenuto sia in grado di attirare traffico qualificato:

  1. Il numero di visite alle pagine del vostro sito web, possibilmente comparato su periodi analoghi (anno su anno);
  2. Il click-through-rate (CTR), che misura la percentuale di persone che cliccano sul vostro risultato in SERP rispetto al numero globale di utenti che lo visualizzano;
  3. Il tasso di rimbalzo, ossia la percentuale di sessioni sul sito di durata inferiore ai 10 secondi da cui non scaturisca un evento di conversione o la visita di un’altra pagina;
  4. La durata media delle visite, espressa su Google Analytics 4 come Tempo di coinvolgimento medio: tendenzialmente, un tempo medio elevato indica un contenuto ritenuto di qualità e rilevante dagli utenti; di contro, se si presenta insieme a un basso tasso di conversione, questo valore potrebbe anche suggerire la presenza di problemi di UX che complichino la navigazione e l’interazione con la pagina, allungando, stavolta senza risvolti positivi, la permanenza sul sito;
  5. Il tempo di caricamento della pagina, una metrica essenziale per valutare l’esperienza degli utenti sul vostro sito, con un’influenza diretta sul ranking dello stesso.

Infine, non dimenticate di valutare anche il lato social, monitorando quante volte i vostri contenuti vengano condivisi, commentati e apprezzati con like e altre reazioni sulle varie piattaforme che presidiate. Cercate di espandere la vostra prospettiva al di là di un’ottica strettamente SEO tenendo sempre presente il fatto che il successo del vostro progetto di marketing non dipenderà mai da un solo canale, ma sarà costruito combattendo su più fronti.

Il coinvolgimento degli utenti sui canali social è non solo una metrica importante per valutare l’interesse degli utenti nei confronti dell’azienda che pubblicizzate, ma anche un modo per aumentare l’esposizione pubblica del vostro marchio, prodotti e servizi e, indirettamente, anche le ricerche ad essi correlate.

Come condurre il monitoraggio dei contenuti

Che cosa significa dunque, nella pratica, monitorare le prestazioni dei contenuti? Innanzitutto è necessario analizzare gli argomenti coperti dai concorrenti e le loro prestazioni. In questo modo è possibile individuare quei gap necessari a mantenersi competitivi organicamente. Strumenti come SemRush o Sistrix possono aiutarvi a identificare i vostri principali concorrenti organici, se già non li conoscete, e isolare gruppi di parole chiave su cui soffermarvi maggiormente nella vostra content strategy.

Molti strumenti sono in grado di indicare sia le parole chiave che non sono affatto contemplate dal vostro sito, sia quelle per le quali i vostri posizionamenti sono molto deboli, insieme a indicatori come la difficoltà di posizionamento per quelle keyword: parole chiave con volumi di ricerca molto alti sono in genere anche molto competitive ed è più complicato riuscire a ottenere posizionamenti significativi, quindi è sempre consigliabile non investirvi tutte le proprie energie ma diversificare la propria strategia puntando su keyword a cui sottostiano intenti di ricerca e volumi differenti.

Attraverso tool come quelli menzionati avrete anche la possibilità di impostare un tracciamento automatico delle parole chiave che più vi interessano: a parte il lavoro di set-up iniziale si tratta di un processo molto semplice, in grado di velocizzare e semplificare enormemente il monitoraggio delle prestazioni dei vostri contenuti.

L’eventuale integrazione con Google Search Console e Google Analytics vi permetterà di ottenere dettagli preziosi non solo sulla posizione del vostro sito in SERP per ciascuna parola chiave, ma anche su tutti gli altri indicatori delle prestazioni organiche menzionati nel precedente paragrafo. La differenza fra questi strumenti e quelli di Google sta proprio nella possibilità di avere reportistiche dedicate e dettagliate per quanto riguarda un core di parole chiave più importanti. Ciò non rende affatto superflui gli strumenti di Google: attraverso Search Console, ad esempio, potete ricavare code lunghe per le quali il vostro sito compare in SERP e con cui nutrire i vostri contenuti editoriali.

Discussing analysis

Come (ri)definire la strategia attraverso il monitoraggio

Sulla base delle metriche di cui abbiamo parlato nel secondo paragrafo, ci sono alcune azioni correttive di base che si possono applicare. Una di queste può essere derivata dall’analisi del CTR, influenzato direttamente dalla bontà dei vostri metadati, ovvero se questi sono:

  1. Compatibili con le best practice più aggiornata per quanto riguarda il loro ingombro, tenendo conto del fatto che non è possibile scegliere Title Tag e Meta Description diversi per mobile e desktop e dunque essi dovranno essere ottimizzati bene per entrambi: calibrateli dunque sulla lunghezza massima disponibile nella visualizzazione più ristretta possibile, ovvero quella dei viewport degli smartphone, aiutandovi con un plugin SEO se usate un CMS per l’inserimento dei contenuti o un programma come Screaming Frog assicurandovi che siano aggiornati alla versione più recente;
  2. Ottimizzati per le keyword più rilevanti per quella specifica pagina: se avete un sito di grandi dimensioni potete usare regole di compilazione automatica dei metadati, purché garantiscano la pertinenza degli stessi con il contenuto specifico della singola pagina e risultino significativi per l’utente finale. Immedesimatevi sempre in qualcuno che veda il risultato in SERP per la prima volta e chiedetevi se clicchereste su di esso in base alla query cercata, non dimenticandovi di fare un check manuale di quanto prodotto attraverso le regole di compilazione.

Da un bounce rate elevato potete invece trarre la conclusione che il vostro contenuto non sia sufficientemente interessante da spingere gli utenti a sostare sul vostro sito. Il confronto con la concorrenza è essenziale per aggiustare la rotta: ad esempio, guardando ai contenuti dei concorrenti che si posizionano meglio per una data parola chiave, potreste scoprire che le loro pagine hanno una presenza maggiore di elementi multimediali, oppure CTA più chiare, o ancora coprono l’argomento in maniera più dettagliata, od offrono risorse aggiuntive a cui l’utente possa attingere. Non si tratta di copiare, ma di trarre spunti e adattare queste ispirazioni al linguaggio unico della vostra azienda, attingendo, per la costruzione dei contenuti, all’esperienza e al know-how di chi ci lavora (ricordate l’importanza dell’E-E-A-T!).

Iniziare con l’ottimizzazione dei vecchi contenuti è sempre preferibile, in quanto hanno già un posizionamento “storico” da cui partire, per quanto basso esso possa essere, e dunque vi permettono di ottenere risultati in tempi tendenzialmente più ragionevoli rispetto a quanto vi possiate attendere da un contenuto creato da zero.

Quanto ai problemi di UX che potrebbero essere suggeriti da lunghi tempi di permanenza sul sito abbinati a un ridotto numero di conversioni, vi consigliamo la lettura di questo nostro articolo sugli errori più comuni di UX sui siti mobile: ne ricaverete sicuramente consigli preziosi su elementi apparentemente di scarsa rilevanza ma che hanno invece un impatto incredibile sull’esperienza degli utenti sul vostro sito e, in ultima analisi, sul posizionamento organico.

Riassumendo: le domande più comuni sul monitoraggio SEO dei contenuti

Concludiamo questo approfondimento con una serie di FAQ sul monitoraggio delle performance SEO dei contenuti web. Se non trovate risposta alla vostra domanda, scriveteci: saremo felici di chiarire tutti i vostri dubbi e arricchire ulteriormente questo contenuto grazie alle vostre segnalazioni.

  1. Perché è importante monitorare il rendimento dei contenuti? Per capire se ciò che è presente sul sito risponde alle aspettative e necessità degli utenti. Questo processo permette di identificare eventuali lacune nei contenuti, esplorare nuovi margini di miglioramento e adattarsi agli aggiornamenti degli algoritmi di ricerca, mantenendo i contenuti in linea con le esigenze degli utenti e con i criteri di posizionamento sui motori di ricerca.
  2. Quali sono i principali dati da analizzare per valutare le prestazioni dei contenuti web? I principali dati da analizzare includono il ranking delle parole chiave, il traffico del sito, il click-through-rate (CTR), il tasso di rimbalzo, la durata media delle visite e il tempo di caricamento della pagina. Questi parametri aiutano a valutare la capacità dei contenuti di attirare traffico qualificato e fornire una buona esperienza utente.
  3. Cos’è un keyword gap? Un keyword gap è la differenza tra le parole chiave per cui il vostro sito non si posiziona bene o non si posiziona affatto rispetto ai vostri concorrenti. Identificare questi gap è importante per capire quali opportunità di posizionamento state perdendo e come potete migliorare la vostra strategia SEO per coprire queste lacune.
  4. Come si scelgono le parole chiave da monitorare? La scelta delle parole chiave deve essere basata su una ricerca preliminare dettagliata, che rappresenta il nucleo della strategia SEO. È importante aggiornare periodicamente questa scelta in base all’evoluzione delle necessità dei clienti e delle tendenze di ricerca e mercato, evitando di improvvisare o basarsi su parole chiave scelte casualmente.
  5. Ogni quanto bisogna aggiornare la lista di parole chiave da monitorare? La lista di parole chiave dovrebbe essere aggiornata regolarmente, idealmente ogni 3-6 mesi, o comunque in concomitanza con cambiamenti significativi nel mercato, nei comportamenti degli utenti o negli aggiornamenti degli algoritmi di ricerca. Mantenere la lista aggiornata è cruciale per rimanere competitivi e rispondere prontamente alle nuove opportunità di posizionamento.
  6. Quali strumenti possono aiutare nel monitoraggio delle performance dei contenuti? Strumenti come SemRush, Sistrix, Google Search Console e Google Analytics offrono funzionalità per tracciare le parole chiave, analizzare il posizionamento in SERP, valutare il traffico e identificare eventuali gap nei contenuti rispetto ai concorrenti.
  7. Cos’è un Core Update? Un Core Update è un aggiornamento dell’algoritmo di Google che può influenzare in modo significativo il posizionamento dei siti web nei risultati di ricerca. Monitorare le performance dei contenuti dopo un Core Update è cruciale per individuare eventuali cali di posizionamento e adattare la strategia SEO di conseguenza.
  8. Come si possono migliorare i contenuti sulla base del monitoraggio? Le azioni principali includono l’ottimizzazione dei metadati per aumentare il CTR, l’aggiunta di elementi multimediali, l’ottimizzazione delle CTA e la copertura più dettagliata degli argomenti. È preferibile iniziare dall’ottimizzazione dei vecchi contenuti, che hanno già un posizionamento storico, piuttosto che creare nuovi contenuti da zero.
  9. Cosa fare se il tasso di rimbalzo è elevato? Un tasso di rimbalzo elevato può indicare che il contenuto non è sufficientemente interessante. In questo caso, è utile confrontarsi con i contenuti dei concorrenti che si posizionano meglio per la stessa parola chiave per individuare spunti di miglioramento, come l’inclusione di risorse aggiuntive, una migliore struttura o l’uso di un linguaggio più coinvolgente.
  10. Come interpretare lunghi tempi di permanenza sul sito con un basso tasso di conversione? Questa combinazione potrebbe indicare problemi di UX (User Experience). Se gli utenti trascorrono molto tempo sul sito ma non convertono, potrebbe essere necessario rivedere la navigabilità e l’interattività del sito, riducendo gli ostacoli che impediscono agli utenti di compiere azioni di valore.
  11. Come integrare il monitoraggio dei social media nella valutazione delle performance dei contenuti? Monitorare le interazioni sui social media, come condivisioni, commenti e like, è importante per valutare l’interesse degli utenti e aumentare l’esposizione del marchio. Questi dati offrono una prospettiva complementare all’analisi SEO e possono contribuire al successo complessivo della strategia di marketing.

Coming soon:

Il blog di Seed torna fra due settimane con un approfondimento sul design persuasivo e il suo impatto sulle conversioni, tornate a leggerci!

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